Fotogrammetria: come ridurre al minimo il numero dei punti a terra

giu 29, 2020

Dei droni oggi si parla veramente tanto, sono praticamente di moda ma, a ben vedere, il loro utilizzo giustifica in effetti questo trend.

Le destinazioni d’uso della fotogrammetria drone coinvolgono campi differenti che spaziano da quello professionale a quello degli hobby.

Grazie all’utilizzo di software sempre più evoluti, come tablet e smartphone, che vengono impiegati sul campo, si rende intuitivo ed accessibile effettuare rilievi topografici, fotogrammetrie e tante altre rilevazioni che un tempo richiedevano troppo, sia in termini di tempo che di spesa.

La loro diffusione, la produzione in serie, la grande accessibilità a questi strumenti, hanno poi permesso di abbassare notevolmente i prezzi rendendoli praticamente alla portata di tutti.

 

Mappatura con punti a terra: perché è così importante

Parallelamente con l’utilizzo di un GPS ad alta precisione, grazie ai droni di ultima generazione impiegati anche in edilizia, si stabilisce la posizione geografica di ciascun punto.

Tutti questi elementi devono essere presi in considerazione nella pianificazione di un volo.

Conoscere con precisione la posizione corretta in cui è stata scattata ogni immagine è molto importante per garantire l'accuratezza delle ricostruzioni.

Alcune volte la tecnologia GPS può soffrire di qualche errore, così come i dispositivi di posizionamento dei droni. Ecco che i punti di controllo permettono di compensare a questo, permettendo una più accurata geo-localizzazione di ciascun pixel.

 

Fotogrammetria drone e mappatura punti: come funziona

Nella fotogrammetria il drone è perfetto per il lavoro rappresentando un’alternativa economica all’utilizzo di un elicottero o a una scansione laser manuale.

In un solo giorno, con l’utilizzo di specifici droni di ultima generazione, è possibile mappare un territorio veramente vasto.

La loro accuratezza millimetrica ne ha fatto uno strumento d’eccellenza in varie applicazioni per la mappatura, consentendo di ridurre al minimo il numero dei punti a terra.

La disciplina in materia di uso di oggetti volanti senza equipaggio ha permesso la sempre più ampia diffusione di recente della tecnologia per applicazioni civili.

Ma quanti sono i punti di controllo necessari? Nella fotogrammetria drone è consigliabile lavorare con un numero di punti quanto più possibile ridotto, quindi gestibile.

In ogni caso ogni progetto è unico e richiede sempre un’analisi a sé.

I punti a terra devono essere ben visibili in diverse fotografie e devono essere limitati in quelle zone dove non possono essere visibili dalle riprese aeree. E’ bene quindi evitare di posizionare punti di controllo in zone dove possono essere coperti da edifici, alberi, vegetazione, ecc.

 

Rilievo topografico drone: ecco tutti i vantaggi

Nel rilievo topografico il drone è insostituibile.

In fotogrammetria, grazie a questo piccolo ma potente strumento, si possono effettuare il rilevamento e l’acquisizione a 3D delle caratteristiche geometriche di un oggetto attraverso un processo congiunto di più immagini rilevate da diverse posizioni.

Tale tecnica si basa sulla legge della prospettiva e sulla geometria descrittiva che permettono, attraverso una nuvola di punti, di riprodurre tridimensionalmente un paesaggio o un oggetto da esplorare con la fotogrammetria drone.

Tuttavia, in fotogrammetria, non è raro ricevere dagli specifici software utilizzati allo scopo una nuvola di punti da un rilievo che conti dieci, venti o più milioni di punti.
I punti sono vicinissimi l’uno all’altro e se è vero che il modello tridimensionale ricostruito è davvero bello, altrettanto vero è che le difficoltà di lettura da parte di chi vuole eseguire un rilievo topografico con drone sono immani.

Grazie ai droni di ultima generazione questi punti sono molto più ridotti, con garanzia di risultati al top, molto più performanti rispetto a quelli di un tempo.


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