DSM: cos'è e a cosa serve

nov 2, 2020

Lo sviluppo di applicazioni software specializzate ha reso possibile affrontare e risolvere problemi complessi riguardanti l’automazione e l’ottimizzazione di molte operazioni in ambito professionale.

La rappresentazione computerizzata del modello del terreno mira a rappresentare in digitale la superficie terrestre attraverso un modello matematico che rappresenta la superficie terrestre.

Questa può essere utilizzata in varie applicazioni, sia civili che industriali.

Per ottenere il modello del terreno in digitale il primo step è quello della elaborazione dati, che ha luogo utilizzando un metodo di interpolazione basato sul rilievo che evidenzia la superficie naturale presa in esame.

È proprio questo modello digitale alla base del complesso meccanismo che governa il DSM.

 

DSM: ecco di cosa si tratta esattamente

La fotogrammetria permette di acquisire fotogrammi stereometrici, ovvero i dati metrici di un determinato oggetto, in maniera particolare riguardo la sua forma e la sua posizione.

I droni utilizzati per tale servizio sono dotati di telecamere tarate per permettere la registrazione di immagini in 3D in post produzione. La fotogrammetria con drone permette di valutare e di registrare con estrema precisione le dimensioni di un oggetto o di un’area desiderata, nonchè la sua forma.

Lo stesso rilievo fotogrammetrico consente di ottenere anche un gran numero di informazioni complete e dettagliate che permettono di limitare anche il tempo stesso delle indagini sul campo.                                                                                                                             

Un DSM (Digital Surface Models) è un modello digitale di superficie topografica che va a rappresentare, appunto, tutti quegli elementi di un determinato territorio, sia quelli naturali che quelli antropici (edifici, ponti, alberi, ecc.) che può derivare o da acquisizioni attive tridimensionali, anche mediante la tecnica di telerilevamento con utilizzo di impulsi laser, o attraverso la stessa tecnica della fotogrammetria con drone.                                           

Insieme ad altre tecniche come i DTM (Digital Terrain Models) e DEM (Digital Elevation Models), i DSM sono modelli digitali di elevazione dataset raster rappresentati da un valore di quota per ogni cella. Diversi possono essere i tipi di file: tiff, txt, geotiff, ecc. che, in linea di massima, sono gestiti da software GIS.                          

Come si intuisce i meccanismi alla base sono molto complessi.

Pertanto, è assolutamente necessario conoscere nel dettaglio tutti gli elementi topografici dell'area di lavoro che permettono di intraprendere le azioni opportune per ottenere il modello digitale del terreno. All'interno di un software specializzato vengono impostati i parametri appropriati, necessari per realizzare ogni tipo di studio. In un sistema LiDAR gli impulsi di luce viaggiano verso il suolo, rimbalzano sul bersaglio per poi ritornare al sensore fornendo la portata (una distanza variabile) dalla Terra.

Un DSM è in grado di catturare le caratteristiche naturali e le eventuali costruzioni sulla superficie terrestre e si rivela utile nella modellazione 3D per telecomunicazioni, pianificazione urbana e aviazione. 

Gli amanti dei droni dovrebbero tenere a mente le seguenti differenze:

  • DEM: è il modello di elevazione generale che va a comprendere DTM e DSM. 
  • DSM: è il modello che rappresenta la superficie terrestre comprensiva di tutti gli elementi naturali ed antropici.
  • DTM: è il modello della sola superficie terrestre, filtrata da tutti gli altri elementi come la vegetazione, le costruzioni, ecc., strumento questo potente per moltissime applicazioni nelle scienze ingegneristiche, grazie anche all’utilizzo sempre crescente dei computer nell’ingegneria ed allo sviluppo della grafica tridimensionale veloce.

 

Il DSM, in conclusione, rappresenta il prodotto di studi e applicazioni di grande utilità della fotogrammeria di ultima generazione che sembrava aver raggiunto il massimo negli ultimi anni, ma, probabilmente, ci sbagliavamo.  

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