5 frasi da NON dire ad un dronista

mar 12, 2015

A volte ingenue e in buona fede, altre basate su stereotipi, altre al limite della legalità. Ecco alcune frasi per le quali un dronista vi potrebbe uccidere.

Se conosci qualcuno che opera e lavora con i droni, sappi che quest'ultimo/a si sente spesso dire delle frasi o fare delle domande (più o meno sempre le stesse), di fronte alle quali vorrebbe reagire con improperi o azionando un ipotetico pulsante di espulsione.
Ma ahimè, gli Operatori e le Operatrici SAPR non hanno sui comandi del drone il tasto di "eliminazione di utente inopportuno" o un "terminatore di banalità" e non può fare altro che ingoiare il rospo e rispondere in maniera pacata, se ce la fa anche ironica.

Vediamo insieme un piccolo elenco di frasi che ogni Operatore SAPR si è sentito dire almeno una volta - spesso ben più di una volta - e diamo qualche dritta a chi ha - suo malgrado - nella propria vita o nella propria sfera di affetti, uno di questi strani individui che lavorano con un oggetto volante da molti ritenuto parte di un complotto mondiale.

#1

Tanto per cominciare, non chiamarlo dronista.

Abbiamo un po' scherzato e girato il coltello nella piaga già nel titolo, ma la verità è che dronista vuol dire poco e niente. La definizione completa e più corretta è Operatore SAPR, che definisce meglio l'attività di una persona autorizzata a far volare un multicottero sapendo dove può farlo, come fare, quali permessi ed autorizzazioni chiedere e a chi.
La sua formazione è stata lunga, dispendiosa ed ha comportato impegno e anche stress da esame e da prestazione.
Un avvocato non può essere definito legalista, un ministro non deve essere definito politologo. Ci sono delle qualifiche ben precise che corrispondono alla competenza acquisita da ognuno e a percorsi per nulla semplici.

Ti potrebbe interessare anche l’articolo
Lavoro e opportunità: 6 motivi per diventare operatore SAPR


#2

Il riconoscimento ENAC costa troppo. Anche senza, è lo stesso. 

Reazione dell'Operatore/Operatrice SAPR: Svenimento.
Punto primo, il riconoscimento ENAC non si compraHanno un costo, piuttosto, i corsi che insegnano qual è la normativa e come decodificarla e i corsi di formazione che rilasciano attestati riconosciuti dall'ente (ce ne sono diversi e tra questi anche quello di Aerialclick).
Hanno un costo le assicurazioni (perché è assurdo far volare un oggetto controllato da remoto e potenzialmente pericoloso senza un'assicurazione), l'acquisizione di macchine riconosciute o farsi riconoscere un drone.
Chi vuole operare nel rispetto delle regole, volente o nolente, deve seguire questo percorso, come un tassista che voglia guidare il suo mezzo nel rispetto della legge deve munirsi di patente, assicurazione, licenza ecc.
Ora, se davvero avete intenzione di pilotare un drone senza riconoscimento... non ditelo serenamente all'amico Operatore SAPR, a meno che non abbia già bevuto otto bicchieri di Vodka e quindi domattina dimenticherà tutto. Anche te. Anche dove ha gettato il tu cadavere.


Ti potrebbe interessare anche l'articolo Le norme ENAC spiegate in parole povere

 

#3

Quei "cosi" dovrebbero essere illegali e messi fuori legge. 

Ad ogni persona che, preoccupata, esprime questo concetto, l'Operatore riconosciuto penserà a tutti quelli che hanno detto la frase di cui al punto #2.
Perché sui droni si è creato un rumore mediatico notevole accompagnato da una serie di forti pregiudizi e approssimazioni.
Molti credono che di qui a pochissimo tempo saremo circondati da droni in volo sulle città, sulle spiagge, nei posti in cui vorremmo rilassarci.
Questo non avverrà grazie alle norme ENAC che generano tanto dibattito tra i piloti di droni professionisti e non.
Consiglio di risposta per gli Operatori SAPR che sentono qualcuno dire la frase #3: In realtà gli operatori non riconosciuti che volano sulle teste delle persone, ovvero su quelle che l'Ente dell'Aviazione Civile definisce Aree critiche, sono già tecnicamente fuori legge e vanno incontro a delle sanzioni. 


#4

Mi fai il filmino dall'alto al matrimonio?

La reazione a questa domanda sarà il viso cianotico, prossimo alla morte, del vostro amico o amica Operatore di SAPR. La risposta secca sarà NO.
Non vi offendete. Quel "no" non racchiude la frase "è una cosa kitsch, ormai la fanno tutti" (almeno non solo). Quel "no" racchiude il "non si può fare perché è pericoloso per le persone e l'ENAC non sguinzaglierà i suoi migliori uomini per analizzare il tuo caso e concederci un permesso".
Se rispondete "Ma la mia amica al suo matrimonio lo ha fatto" aspettatevi una reazione simile a quella di cui al punto #2. O una testata.


#5

È un lavoro? Cioè, ti pagano? 

Ebbene sì, è un lavoro. Anzi... è uno dei lavori che nei prossimi dieci anni sarà più richiesto in diversi campi (arte, mappature tecniche, sovrintendenza, agricoltura, forze dell'ordine, anti terrorismo ecc).
Per chi lo fa bene e nel rispetto delle regole è anche retribuito piuttosto bene. Insomma, chi ha fatto il percorso per ottenere il riconoscimento ha ben chiaro il fatto che sarebbe un peccato farlo restare un hobby, potendo fornire servizi tecnici così richiesti e utili.
Un Operatore SAPR riconosciuto sa che potrebbe di qui a pochi anni aiutare nel soccorso alle vittime di disastri ambientali, aiutare nelle emergenze e nell'agricoltura senza diserbanti, salvare beni culturali e aiutare nella lotta al terrorismo internazionale. Tenete conto di questi sogni e ambizioni quando state per chiedere una ripresa ad un matrimonio o ad una comunione.


Ti potrebbe interessare anche l’articolo

Hai bisogno di un pilota di droni? Ecco 3 cose che devi sapere

Leave a comment

Accedi


Siamo online! Contattaci su Whatsapp